AMELIA TORNA ANCORA ALLA RIBALTA

CON LE TESTIMONIANZE DEL SUO ANTICO E GRANDE PASSATO

 

Nell'area compresa fra la Via Ortana e la Via I° Maggio, eseguendo uno scavo dopo la demolizione del fabbricato già adibito a Consorzio Agrario, è venuta alla luce un'antica necropoli che, secondo le prime indagini effettuate dal Soprintendente Archeologo per l'Umbria, D.ssa Cristina De Angelis, dovrebbe risalire ad un periodo compreso fra il IV ed il III secolo avanti Cristo.

Le tombe attualmente scavate sono circa una dozzina, delle quali una decina cosiddette a cassone litico, cioè foderate da lastre di calcare e chiuse alla sommità da grossi massi dello stesso materiale, che, a detta della D.ssa De Angelis, per la loro rarità, costituiscono la prima attestazione assoluta nella zona umbra e rivestono, pertanto, un'eccezionale importanza.

Delle altre tombe fin'ora emerse, una è rivestita da lastre fittili ed un'altra è a fossa, cioè ad inumazione diretta nel terreno e denota il modesto livello sociale del defunto.

Dei corredi delle tombe, subito prelevati dopo gli appositi rilievi ed assicurati in luoghi idonei a salvaguardarne l'integrità, nulla ancora è stato ufficialmente comunicato dalle Autorità responsabili dello scavo, ma è trapelata la voce che, fra di essi, vi siano oggetti di straordinario interesse e valore artistico.

Nella stessa zona dello scavo della necropoli, sono affiorate emergenze architettoniche del medesimo materiale litico (limo sabbioso di origine sedimentaria) ed un blocco modanato di calcare massiccio, la funzione delle quali non è stata ancora accertata.

Da antiche memorie degli scavi effettuati nella stessa zona fin dal secolo XIX, la presenza di una necropoli era stata già accertata, ma quelli che vengono condotti attualmente dalla Soprintendenza con criteri scientifici e giovandosi delle più moderne tecnologie, consentiranno di accertare con assoluta sicurezza la reale consistenza e l'importanza del sito, con la attestazione, ancora una volta maggiormente dimostrata, dell'importanza rivestita dalla nostra Città fin dai tempi più remoti.

La D.ssa De Angelis, cui rivolgiamo i sensi della nostra più profonda stima e riconoscenza per la Sua opera e la sensibile disponibilità dimostrata, ci ha assicurato che quanto fino ad ora emerso dagli scavi e quanto dovesse ancora venire alla luce, verrà conservato in situ e resterà visibile a tutti coloro che avranno interesse a visitarlo per conoscere in maniera sempre più approfondita le vestigia della storia e della cultura della nostra antica Città.

 

(Aprile 2001)