IL SEGRETO DI SHANGRI-LA

                               (Riflessioni di un essere umano)

 

Lo scrittore inglese James Hilton pubblicò, nel 1933, un romanzo di grande successo, intitolato “Orizzonte perduto”, nel quale egli narrava del mondo fantastico di “Shangri-La”, una vallata sperduta fra gli sterminati altipiani innevati del Tibet, nella quale, grazie ad una particolare conformazione orografica, la terra, fertilissima, era in grado di produrre piante e frutti come in una zona tropicale, ma in un clima infinitamente più salubre.

In questa privilegiata plaga, Hilton ambientò e fece vivere una popolazione straordinariamente longeva, governata blandamente -”con legami di seta”, come narra l’Autore- da un monastero retto da un Lama, dedito, come gli altri monaci, alla contemplazione ed alla ricerca della saggezza.

Il principio informatore che regolava l’esistenza di questi fortunati esseri umani venne da Hilton riposto nella “moderazione”, applicata indistintamente ad ogni tipo di azione o pensiero che, nel fatato mondo della Vallata della Luna Azzurra (Shangri-La, appunto), poteva considerarsi il raggiungimento del vertice della speculazione umana.

Altri autori, prima di Hilton, avevano già illustrato ed anche praticato questa stessa filosofia: basterà fra tutti citare il poeta latino Quinto Orazio Flacco, che, nella “aurea mediocritas”, aveva trovato la norma cui informare la sua esistenza nella raggiunta maturità dello spirito.

A ben riflettere, io credo che riuscire ad adottare sempre la giusta “via di mezzo” potrebbe far progredire notevolmente anche l’attuale Umanità sul cammino di una più equilibrata e saggia condotta di vita.

Non è escluso che il successo riscosso dal romanzo di Hilton e dalla sua trasposizione cinematografica effettuata da Frank Capra nel 1937, sia da attribuire al particolare fascino esercitato dal principio della moderazione sull’animo dell’uomo, fiaccato dalla quotidiana lotta per l’esistenza e la sopravvivenza.

Se si considera che la storia umana è costituita da un’incessante progressione di atti di sopraffazione, di lotte di potere, di bramosia di ricchezze e di gloria, di desideri di conquista, di sfrenate passioni, di un continuo scatenarsi di violenze e di odi implacabili, il senso della moderazione applicato a tutte le azioni e a tutti i pensieri dell’uomo potrebbe venir annoverato fra le conquiste più prossime alla vera saggezza.

Il segreto di Shangri-La -cioè la moderazione nel raggiungimento dei traguardi materiali e spirituali dell’uomo ed in ogni suo conseguente comportamento- sarebbe in grado, a mio avviso, di migliorare notevolmente la convivenza nell’umano consorzio e poter, forse, contribuire a renderlo “moderatamente felice”, secondo quanto rispose il Lama di Shangli-La a chi gli chiedeva come fosse la vita in quella immaginaria e remota plaga.

 

Gennaio 1997

 

                                                                   Giovanni Spagnoli